EYMERICH X-MAS

 

 

 

I

 

 

L'uomo si stropicciò le palpebre con un movimento circolare, ed osservò con curiosità l'uomo, alto a magro, seduto di fronte a lui.

    "Dunque", incominciò, "Voi dichiarate di essere..."

    L'altro strinse gli occhi, riducendoli a due fessure.”Sono Nicholas Eymerich.” disse, gelido.

     "Vedo," disse l'uomo, sbirciando un logoro foglio di carta, "E la vostra professione sarebbe..."

     "Inquisitore Generale del Regno d'Aragona," ribattè l'altro, sprezzante, "Le credenziali che state esaminando non vi bastano? "

     L'uomo arrossì, e ripose il foglio in un cassetto del tavolo. "Certo, certo..." disse, " Era solo per accertarmi..."

     "Se non vi sembrano sufficienti," disse Eymerich con tono lievemente sardonico, "potreste inviare un messo a Papa Urbano V."

     "Non ce ne sarà bisogno," rispose l'uomo, imbarazzato. "E, ditemi, come mai vi trovate qui?"

     "Ma se mi avete convocato voi!" sbottò Eymerich, accigliato. "D'altra parte è ovvio che in questo posto c'è qualcosa che non va."

     "Credete?" chiese l'uomo..

     "Ho sentito delle urla provenire dai sotterranei," disse Eymerich, "e, chiaramente, nessun essere che cammini su questa Terra poteva emetterle: non mi stupirebbe se, dietro a tutto questo, ci fosse l'immondo negromante Ramon de Tàrrega."

     "Può darsi," concesse l'uomo, forzatamente. "E voi cosa pensate di fare in proposito?"

     "Che domande,"rispose Eymerich,"Vedo che non avete confidenza con i metodi dell'Inquisizione. Investigare. Interrogare i testimoni e, se è il caso, sottoporli a tortura. Distruggere i libri the bestemmiano la parola di Dio."

     "Per esempio?" domandò l'uomo, scrutandolo attentamente.

     "C'è sempre un libro da bruciare," ghignò Eymerich. "Avete mai sentito nominare il Picatrix?"

     "No, mai." rispose l'uomo.

     "Si vede che siete un buon cristiano," concesse Eymerich.

     L'uomo tossicchiò, continuando ad osservarlo.

     "E una volta che avrete individuato i responsabili..." disse.

     “Eretici," lo interruppe Eymerich,”chiamateli pure con il loro nome.”

     "Si," annuì l'uomo. "Una volta che avrete trovato questi eretici..."

     Eymerich sorrise freddamente.

     "Se persistono nell'errore," disse, "ma anche se si abbandonano al pentimento, li consegno al braccio secolare, la vostra giustizia, perché ricevano la meritata punizione."

     "Che sarebbe?" domandò l'uomo.

     "Il rogo, naturalmente." rispose Eymerich, "che altro? Possibile che non sappiate niente di queste cose? E' vero che questa fortezza si trova in un luogo selvaggio ed isolato, ma comunque mi sembra strano che voi..."

     L'uomo si alzò, accostando accuratamente la sedia al bordo del tavolo. "Potete scusarmi un momento?" domandò.

     "Fate pure," disse Eymerich, "ma vi faccio notare che non sono abituato ad aspettare."

     "Farò in un attimo." disse l'uomo. Aprì la porta ed uscì dalla stanza.

 

 

Dama Cinese (1)

 

 

"Papà!" gridò il bambino, sbirciando un grosso pacco appoggiato sul sedile posteriore, "Posso aprirlo?"

     Il padre, un uomo calvo a un po' sovrappeso, strombazzò minacciosamente con il clacson, superando un rombante autoarticolato.

     "Non ancora," disse, "Lo sai che è il tuo regalo di Natale."

     "Ma papà!" piagnucolò il bambino, stropicciandosi nervosamente l'orlo della T-shirt. "Manca ancora una settimana!"

     Il padre lo guardò affettuosamente, e gli scompigliò un ciuffo di capelli. "Ormai sei un ometto," disse, bonario, “Sono sicuro che puoi farcela."

     Il bambino tirò su col naso, abbastanza rumorosamente da disturbare un moscone, che ronzava nell'abitacolo.

     "Perché devo aspettare il Natale?" sbraitò, "dai papà, ti prego!"

     "Perché Natale è il giorno più importante dell'anno," spiegò il padre, "Il giorno in cui è nato…"

Improvvisamente una grossa Mercedes nera superò l'auto da destra, costringendo l'uomo a sterzare bruscamente per non essere investito. Scalò la marcia, a ridusse la velocità.

     "Ma vaffan..." commentò, "Guarda questo stronzo...chi cazzo gli ha dato la patente, vorrei sapere...Comunque, dicevo, Natale è il giorno in cui festeggiamo la nascita di Nostro Signore. E noi siamo buoni cristiani, non è vero?"

     Il bambino si ripulì il moccio con la maglietta, a guardò il padre.

     "Sì", disse, "Siamo buoni cristiani."

     "Allora non vorrai fare un dispiacere a Gesù, aprendo il tuo regalo prima di Naiale, vero?"

     Il bambino annuì. "No, papà." rispose.

     "Molto bene," disse il padre, "Adesso sbrighiamoci. La mamma ci aspetta per cena."

     La macchina si allontanò, inghiottita dal traffico.

 

 

II

 

 

L'uomo chiuse la porta alle sue spalle, ed entrò in un piccolo studio. Sospirò, a si tolse il camice bianco.

     "Allora?" chiese la donna, il volto illuminato dal bagliore del monitor del computer, su cui stava lavorando.

     "E' un caso molto grave," disse l'uomo scuotendo il capo. "Crede di essere un Inquisitore domenicano, un certo Nicholas Eymerich."

     La donna lo fissò, pensierosa.

     "Aspetta," disse, "mi sembra che sia il protagonista di una serie di romanzi. Fantascienza o qualcosa del genere."

     "Ah, sì?" disse il dottore. "A malapena trovo il tempo per leggere il giornale, figurati per leggere quella roba...Però mi sembra che si sia scelto un ruolo appropriato: è un alto prelato, molto in vista nelle gerarchie vaticane. Pensa che si mormorava che, in caso di decesso del Papa…ma questo prima che andasse fuori di testa, naturalmente. Ce l'ha mandato Monsignor Ghini, confidando nella nostra discrezione."

     "Com'è andato l'MMPI? " chiese la donna.

     "Un vero disastro," rispose il dottore.

     "Qual è la sua diagnosi?"

     "Schizofrenia delirante aspecifica," disse il dottore.

     "Farmaci antipsicotici?" domandò la donna.

     "Direi di sì. Ed anche Laroxil a Tavor, per tenerlo buono."

     La donna rovistò in un armadietto, pieno di medicinali. "Devo rinchiuderlo?"

     L' uomo assentì.

     "Non credo sia pericoloso," disse, "Ma è meglio non correre rischi. E, mi raccomando, massima discrezione."

 

 

 

Dama Cinese (2)

 

 

Padre a figlio appoggiarono i regali di Natale sotto il grosso albero sintetico che incombeva nel soggiorno, poi il padre si tolse le scarpe ed accese il televisore.

     "Francesco?" fece una voce dalla cucina.

     "Sì, cara?" rispose l'uomo, abbattendosi sul divano a fiorami, "Che c'è?"

     "Preferisci il polpettone o il pollo al curry?"

     "Lo sai che non mi piacciono quelle stronzate indiane," disse l'uomo. "Meglio il polpettone."

     "Ok," rispose la voce, in tono mellifluo, "dammi due minuti."

     "Senti, Davide," disse Francesco al bambino, "Perché non vai a prendermi una birra in frigo?"

     Il bambino sorrise a fece una rapida corsetta fino alla cucina. Gli piaceva quando suo padre gli dava delle cose da fare. Voleva dire che stava diventando grande. Dopo un minuto, tornò in soggiorno con una birra per il padre, e una Coca per sé.

     Sullo schermo del 32 pollici si vedevano delle baracche di lamiera, circondate da una rete metallica. All' interno si intravedevano corpi smunti a scheletrici, che si aggiravano senza una meta apparente. Qualcuno di loro era aggrappato alla rete, come fosse una cosa così desiderata da non riuscire a staccarsene, ma i corpi sembravano anneriti a contorti.

     Davide cacciò un strillo eccitato.

     "Papà! Chi sono quelli?" disse, puntando l'indice contro to schermo.

     Il padre fece una smorfia, a si accese una sigaretta senza nicotina.

     "Ma cosa vi fanno studiare a scuola?" ridacchiò, sbuffando fuori il fumo, "per fortuna che tuo padre è un’insegnante! Quelli che vedi nei recinti sono gli Eretici, canaglia che è stata messa fuorilegge vent'anni fa, e che si rifiutava di abbracciare la vera ed unica fede."

     Il bambino bevve un sorso di Coca, sbrodolandosene sui jeans una buona metà. "Cosa sono gli Eretici?" domandò.

     "Te l'ho già raccontato altre volte," disse Francesco. "Circa venticinque anni fa, in seguito a quello che è passato alla storia come il primo golpe Vaticano, il potere della nostra Chiesa, cattolica, apostolica e romana, crebbe a dismisura, grazie ad una certa, come dire, comunanza di vedute con i governi delle nazioni più progredite ed illuminate, cioè con i governi di destra..."

     "Che vuol dire di destra, papà?" chiese il bambino, confuso.

     "Lascia perdere," rispose il padre, "l'importante è che, finalmente, si ebbe il coraggio di seguire una giusta politica di repressione, nei confonti di tutti coloro che si ostinavano a professare convinzioni sbagliate, sia religiose che ideologiche. Quei centri sono stati creati per tenere queste persone sotto controllo."

     "Papà..?" sussurrò il piccolo.

     "Sì?"

     "Mi sa che non ci ho capito molto. Sono pericolosi?"

     "Pericolosissimi," disse il padre, "Possono diffondere idee dannose a malsane. Ma tanto," aggiunse con un rutto sonoro, "tutto questo to studierai meglio alle superiori."

 

 

 

II

 

 

Il dottore ripose lo spazzolino da denti, e si sciacquò la bocca, poi si passò negli interstizi il filo interdentale. Bel tipo quell'Eymerich, si disse, osservandosi distrattamente nello specchio. Con un buon trattamento farmacologico, forse avrebbe potuto aiutarlo. Sbadigliò, spense la luce del bagno, ed entrò in camera. Da quando sua moglie l'aveva lasciato, il letto gli sembrava diventato enorme. Sollevò il copriletto, e si lasciò scivolare fra le lenzuola.

     Stava per addormentarsi, quando lo squillo isterico del telefono lo costrinse a tirarsi su. Alla cieca, cercò la cornetta.

     "Pronto..." biascicò, con voce impastata.

     "Dottor Braschi," disse una voce familiare, "venga subito in clinica. C'è un' emergenza."

     Il dottore cercò l' interruttore, ed accese la piccola lampada sul comodino.

     "Cos'è successo?" chiese, preoccupato. Dal tono di voce della sua assistente, capiva che era accaduto qualcosa di grave.

     "Quel suo nuovo paziente," disse la donna, "L'inquisitore. E' fuggito."

     Il dottor Braschi imprecò.

     "Fuggito?" ripetè stupidamente.

     "Aveva dei complici. Degli uomini con una veste bianca a nera. Hanno dichiarato di essere in missione per conto di Dio," disse la donna, mentre la voce saliva impercettibilmente di tono.   "Hanno fatto irruzione dalle vetrate della sala ricreativa, al piano terra, armati di fucili a pompa."

     "Fucili a pompa?" disse Braschi, attonito.

     "Venga, la prego. Hanno ucciso l' infermiere del turno di notte e una guardia giurata. C'è sangue dappertutto."

     "Arrivo subito," disse Braschi, riagganciando.

     Discrezione? pensò, mentre si rivestiva. Discrezione un cazzo.


 

 

Dama Cinese (3)

 

 

Il bambino trattenne il respiro, nel buio. Dormivano tutti. Attese ancora qualche minuto, tanto per essere sicuro, poi frugò sotto il cuscino, per cercare la torcia che vi aveva nascosto. Le sue dita afferrarono il cilindro metallico, trovarono l'interruttore, e l'accesero. Un sottile raggio di luce rischiarò la piccola cameretta. Con gli occhi brillanti per 1'eccitazione, il bambino scese le scale in punta di piedi, badando a non far scricchiolare i gradini, a si avviò verso la sala da pranzo. Nel  buio, rilucevano le finte candele dell'albero di Natale. Si inginocchiò davanti al pacco e, con  impazienza, tolse il fiocco che lo avvolgeva e scostò la carta, decorata con l’immagine di Cristo che soffiava su una grossa torta di compleanno. Finalmente. Osservò l'involucro di plastica, che racchiudeva il giocattolo che tanto desiderava.

 

 

IV

 

 

Il dottor Braschi si voltò sul fianco destro, cercando di prendere sonno, nonostante fossero solo le due del pomeriggio. Nella baracca di lamiera il caldo era asfissiante, il pagliericcio era duro e pieno di parassiti, e la sottile uniforme di cotone che gli avevano assegnato non era sufficiente a proteggerlo. Decise di rinunciare, ed aprì il quotidiano, ormai stazzonato a quasi illeggibile, per l'ennesima volta. Incredibile. II vecchio Papa era stato bruciato in Piazza San Pietro il giorno prima, appena un mese dopo il colpo di stato. Troppo morbido, diceva l'editoriale, troppo tollerante, sempre a chiedere scusa per presunte colpe commesse dalla Chiesa nel corso dei secoli: era stato formalmente accusato di eresia, e giustiziato. Era necessaria una politica più aggressiva, continuava l'estensore dell'articolo, che restituisse alla Chiesa la supremazia di un tempo. Il dottor Braschi stracciò l'articolo, e lo gettò via. Non sopportava lo sguardo del suo paziente, ora Papa Nicholas I, che lo fissava dalla fotografia in prima pagina.

 

 

Dama Cinese (4)

 

 

L'Action Figure era proprio bella. “Nicholas Eymerich”, c'era scritto sulla confezione, in lettere fiammeggianti. Ci pensò un minuto, ma non riuscì a resistere, anche se il padre si sarebbe sicuramente accorto che l'aveva aperto. Strappò la plastica trasparente ed afferrò il pupazzo, di cui si intravedeva appena il viso magro, sotto il saio da domenicano. Inserì le batterie, fortunatamente già incluse, e cercò il pulsante di accensione. Si fermò per un attimo, chiedendosi se fosse il caso di dare un'occhiata al manuale d' istruzioni, poi scosse la testa e lo premette, con il cuore in gola. E se avesse fatto rumore, e l'avessero sentito? Meglio non pensarci.

     I grigi occhi del giocattolo s'illuminarono.

     "Salve," disse, con voce metallica ma stranamente suadente, "Io sono Nicholas Eymerich, Inquisitore. Tu chi sei?"

     "Mi chiamo Davide," rispose il bambino, meravigliato.

     "Ciao Davide," rispose il pupazzo. "Tu sei un Eretico?"

     Il bambino non aveva ancora ben capito cosa fossero gli eretici, ma gli sembrava di non esserlo. Se non altro, non abitava in uno di quei posti che aveva visto alla TV.

     " No," rispose, con voce fioca.

     “Molto bene,” rispose il piccolo Eymerich. ”Allora mettimi giù.”

     Davide lo appoggiò con delicatezza sul pavimento. Il pupazzo emise un ronzìo prolungato.

     "Sei un Cataro?" disse, alzando la testa.

     Il bambino si grattò il naso, pensosamente.

     "Non credo," disse.

     "Non mentire," disse il pupazzo, il cui ronzio cominciava adesso a sembrargli vagamente minaccioso.

     Si bloccò per un momento, mentre il software che aveva all'interno esaminava tutte le possibilità.

     "Conosco l'astuzia dei Catari," riprese, " la tua risposta può essere interpretata in molti modi."

     Il bambino arretrò di qualche passo, impaurito.

     "Non so cosa siano i... i catari..." piagnucolò.

     Il pupazzo mosse ancora la testa, come per osservarlo meglio.

     "Sei un seguace delle dottrine gnostiche? Un Valentiniano, per caso?" domandò, in tono più acuto a petulante, "Un Naasseno? Un Cainita? Un Manicheo?"

     "No, no, no…" balbettò il piccolo. Adesso era terrorizzato, a stava per scoppiare a piangere, "Non capisco cosa stai dicendo."

     Il pupazzo avanzò verso di lui, sinistramente illuminato dalle luci dell'albero.

     "Preghi Allah? Sei un Buddista? Uno Scintoista? Uno Zoroastriano? Un Protestante? " incalzò l'Eymerich in miniatura, " Un seguace della New Age?"

     Il bambino corse dietro il divano, in lacrime.

     "No, no, no..." ripeteva.

     Sentì dei rumori provenire dal piano di sopra. I suoi genitori avevano sentito il rumore, e il papà  l' avrebbe certamente sgridato.

     Il pupazzo si bloccò al centro della sala da pranzo, proprio sul tappeto IKEA, modello “Yin e Yang”.

     "Ho trovato," disse, mentre il ronzio si faceva insopportabile.

     Ora il bambino si stava coprendo le orecchie con le mani, rannicchiato in posizione fetale.

     "Hai confessato di chiamarti Davide," scandì il pupazzo, "è un nome ebraico."

     Mosse rigidamente la mano destra, a si premette un punto sotto la tonaca. "Heretic Detected," annunciò solennemente, "Attivazione Nuclear Mode."

     L' esplosione polverizzò il bambino, la casa, e quattro isolati.

 

 

Gloria in excelsis Deo

 

 

Nicholas I si abbandonò nella poltrona, ed osservò pensosamente il tramonto del sole, oltre il Tevere.

     Gli anni e le rughe avevano scavato il suo volto, ma negli occhi brillava ancora una feroce determinazione. A volte, negli angoli più riposti della sua mente, era consapevole di essere pazzo, ma non gli importava. Quel personaggio, si diceva nei rarissimi momenti di lucidità, l'aveva posseduto, sempre che questo non suoni blasfemo per il Capo della Chiesa Cattolica. Aveva sbrigato molto lavoro, negli anni del suo pontificato, ma molto ancora lo attendeva. Sentiva che il suo tempo stava per finire, e aveva fatto costruire dai migliori progettisti informatici del Vaticano dei piccoli Eymerich, equipaggiati con il nuovo software SAD (Search And Destroy). Avrebbero continuato il lavoro per lui, e l'eresia sarebbe stata estirpata una volta per sempre, in tutte le sue manifestazioni. In quell' istante, un milione di Eymerich erano stati consegnati nelle maggiori città del pianeta. Nicholas I si versò un bicchiere d'acqua minerale e si rilassò contro lo schienale, mentre un piccolo fungo atomico cancellava il Campidoglio e Piazza Venezia.

     Le vie del Signore, si disse, assaporando le bollicine sotto la lingua, sono infinite.